mercoledì 15 luglio 2015

Belcanto Italiano Voice Clinic, a ottobre 2015 il primo corso a Montepulciano

"UNA CURA DI BELLEZZA PER LA TUA VOCE" - questa è la filosofia di Belcanto Italiano ® Voice Clinic.
Il corso si terrà dal 5 al 10 ottobre a Montepulciano (Toscana) nella splendida cornice di "Palazzo Nobile San Donato", sede della "Fondazione Mercadante", è rivolto infatti non solo a voci con problematiche tecniche da risolvere, ma anche a tutti coloro che vogliano sensibilmente migliorare  la qualità del proprio strumento vocale, rendendolo ancora più prezioso, duttile e versatile.


I docenti del Corso, di chiara fama internazionale, sono:
Il M° Astrea Amaduzzi, Soprano Lirico di Coloratura ed esperta di Tecnica Vocale,
il M° Mattia Peli, Direttore d'orchestra e Pianista,
e interverrà su richiesta la Dott.ssa Rosanna De Vita, Specialista in audiologia e foniatria.


Particolarmente utile sarà la sinergia tra i Docenti Musicisti e la Foniatra Rosanna De Vita, che effettuerà, per chi ne farà richiesta, una visita personalizzata con strumentazione e una lezione sulla gestione e la salute vocale per i Cantanti Lirici.

Alcuni Allievi saranno ulteriormente affiancati dal Dott. Marco Cazzuffi, Musicologo e Baritono, Docente di Primo Livello certificato da Belcanto Italiano.

Il Corso prevede una tassa d'iscrizione di 30 Euro, l'intero seminario prevede una quota di partecipazione di 350 Euro e la Visita specialistica con colloquio e lezione richiede un contributo di 110 Euro.

La Masterclass, a numero chiuso, è aperta solo a 7 partecipanti.



Per informazioni e prenotazioni:

Romana Mercadante, 0578 757 663
Cell. 339 870 97 56
info@fondazionemercadante.it


Ulteriori informazioni:




HIGH specialization MASTERCLASS in VOICE IMPROVEMENT TECHNIQUES
& RECOVERY CLINIC for OPERA SINGERS.

Belcanto Italiano Voice Clinic is a master class addressed to both singers who would like to improve their technical level and those who would like to correct vocal imperfections due to an incorrect singing technique. The course consists of three stages: audition/diagnosis; vocal technique and voice rehabilitation classes; connection between correct phonation and musical interpretation.

As a result of the audition, a diagnosis of the problem will be given and useful educational packages will be proposed, with personalized treatments to each student's needs. M. Astrea Amaduzzi, Soprano and Vocal Technique expert, will technically repair the vocal damage; each student will have the assistance of Marco Cazzuffi, a multi-graduate, Baritone and Musicologist, who will deal with breathing techniques.

For cases not highly compromised vocally and for those on the way to recovery some musical interpretation classes will be added, which in turn will be held under the guidance of M. Mattia Peli, Conductor and Pianist. Each course will make use of Dr Rosanna De Vita's help, Phoniatric Doctor at the "Roma Foniatria" Centre, Surgeon and Specialist in Audiology and Phoniatrics, who will also give for each course a lecture on the physiology of voice emission in Opera Singing and on the prevention of the most common voice disorders.

Closed number of 7 students, 7h/day lessons, with visit & seminary by specialized Md Dr for singers.

c/o Fondazione Mercadante in MONTEPULCIANO/TUSCANY /ITALY october 5-10 2015 info@fondazionemercadante.it


giovedì 16 aprile 2015

Crivelli e gli albori della foniatria

Domenico Crivelli: L' Arte del Canto ossia Corso completo d'Insegnamento
sulla Coltivazione della Voce - Londra, 1820



Domenico Francesco Maria Crivelli (Brescia, 7 giugno 1793 – Londra, 31 dicembre 1856) è stato un tenore, maestro di canto e compositore italiano naturalizzato inglese, conosciuto semplicemente come Signor Crivelli dai suoi contemporanei.

Figlio del celebre tenore Gaetano Crivelli (1768-1836), Domenico Crivelli, all'età di soli nove anni, avendo seguito il padre a Napoli nel 1803, ebbe la possibilità di studiare canto sotto la guida di V. G. Millico. Successivamente, a undici anni, ebbe come maestro al conservatorio di S. Onofrio F. Fenaroli. Nel 1812 si spostò a Roma per approfondire i propri studi con N. Zingarelli. Nondimeno, un anno più tardi, lo ritroviamo a Napoli ove iniziava a comporre. I suoi primi lavori appartengono al genere sacro; ma già nel 1816 egli ebbe modo di comporre un'opera seria per il S. Carlo, che però non fu rappresentata per l'incendio del teatro. Sulla scia del padre, Domenico divenne anch'egli tenore.

L'anno dopo, nel 1817, seguì il padre oltremanica, il quale trasferitosi a Londra era stato appena assunto come primo tenore dal King's Theatre di Londra. Questi, Crivelli padre, aveva studiato con Andrea Nozzari e Giuseppe Aprile, e più tardi insegnò al tenore Domenico Donzelli che rappresentò lo snodo di passaggio tra il baritenore di stile neoclassico e il tenore di forza romantico. Nel quadro della sua notevolmente durevole carriera, Crivelli padre non si mise in mostra tanto per le sue abilità virtuosistiche, quanto per la capacità di valorizzare al meglio le sue qualità di baritenore: l'accento vibrante e appassionato e il vigore espressivo, contribuendo così a quella rinascita tardo-settecentesca del Bel Canto che sarebbe poi sfociata nel periodo d'oro rossiniano, nel quale pure, forse proprio per le sue caratteristiche poco acrobatiche, non giocò poi praticamente alcun ruolo diretto.
 
Qui, a Londra, Crivelli figlio compose alcuni brani staccati per canto (del genere dell'aria, arietta, duettino e canone) ed una cantata a 3 voci con accompagnamento d'orchestra. Tornato in Italia, fu nominato maestro di canto nel Real Collegio di Napoli. Successivamente fu ancora a Londra e, nel 1823, quando fu fondata la Royal Academy of Music, vi entrò come primo professore di canto, incarico che continuò a ricoprire fino alla sua scomparsa, insegnando a quelli che sarebbero divenuti i maggiori cantanti lirici inglesi del XIX secolo.

Morì il 31 dicembre 1856, a 71 anni, nella sua casa di Upper Norton Street a Portland Place; fu sepolto nel cimitero di Kensal Green.

Fra le sue opere didattiche bisogna citare L'arte del canto (1820 / 1841), scritto in italiano e inglese e tradotto in numerose lingue, che fu per molti anni uno dei testi base nello studio del canto lirico presso le accademie britanniche.

Il metodo didattico di Crivelli figlio, il cui titolo completo recita così "L'ARTE DEL CANTO ossia Corso completo d'Insegnamento sulla Coltivazione della Voce", è diviso in due parti:

1) una prima parte introduttiva, costituita dalle seguenti sezioni:

Introduzione - Delle differenti voci umane (divise in: Basso, Baritono, Tenore robusto, Tenore leggiero, Contralto, Mezzo-Soprano, Soprano) - Tavola delle differenti voci - Spiegazione dell'organo vocale - Osservazioni generali: Dell'estensione delle voci, Dello stile di musica, Del saper far uso del fiato, Del cambiamento delle voci (diversi effetti tra maschio e femmina della "muta vocale" e uso della voce prima del cambiamento di voce), Metodo per assicurarsi della qualità della voce


2) e una seconda parte dedicata agli esercizi pratici (vocalizzi) costituita dalle seguenti sezioni:

Esercizj per assicurarsi della qualità delle voci (Messa di Voce) - Esercizj per coltivare l'orecchio (Con Portamento di Voce) - Esercizj (Esercizio della scala cromatica di suoni sostenuti, Volatina cromatica, Volatina diatonica) - Degli esercizj sugli ornamenti (L'Appoggiatura, Il Gruppetto, Il Mordente, La Sincope, Il Raddoppiato, La Nota Puntata, La Nota Legata, L'esercizio della settima Maggiore e Minore, Il Trillo) - Osservazioni sull'esercizio dei Solfeggi (Sei Solfeggi) - Osservazioni: Sulla libera articolazione, Esempj di false accentuazioni, Adattazione dei suoni sulla corretta declamazione delle parole - Ventisei scale - Dodici Esercizj sugli accenti prolungati.

Come scrive lo stesso Crivelli, nell'introduzione: "Per produrre lo sviluppamento, della voce umana col più gran vantaggio, bisogna prima imparare a conoscere la struttura fisica dell'organo vocale, esaminando diligentemente la sua esatta positura nella gola, per poter perfettamente comprendere la forza naturale della sua azione nella produzione dei suoni, derivando da ciò e le varie qualità, e la forza della flessibilità, ed energia della voce. E come il saper far buon uso del fiato è di somma importanza ai cantanti, conviene studiare ancora attentamente lo stato, le funzioni, e la capacità d'espansione dei polmoni". L'obbiettivo di questo studio anatomico dello strumento vocale è, continua il Crivelli, quello da parte del Maestro nei confronti degli allievi di "procurar loro nel tempo stesso, e facilità e forza nell'articolare, modulare, e sostenere i suoni, ed a somministrar loro quell'arte incantatrice nell'esprimere con brio e delicatezza tutti i sentimenti, e le varie passioni dell'anima".

E specifica che non basta avere il talento naturale di una bella voce per essere dei veri cantanti, ma che è necessario usare in modo intelligente la gestione del proprio strumento canoro: "Molti credono eziandio, che il principale attributo d'un cantante sia quello di possedere una bella voce, ma in ciò s'ingannano (...) Una bella voce è senza dubbio di grandissima assistenza ad un cantante (...) ma l'arte del canto gli somministra quel poter magico d'imprimere nello spirito degli uditori i varj sentimenti e passioni espresse nella composizione, e per ottener ciò la cultura delle facoltà intellettuali, e riflessive sarà tanto utile che quella dell'organo vocale. Il cantante dunque che aspira ad eminenza e celebrità, deve con zelo e perseveranza coltivar anche la sua mente."

Per dimostrare concretamente questa affermazione, Crivelli cita dei noti cantanti senza grande conoscenza musicale o non particolarmente dotati di bella voce: "...citerò quì in confirmazione prima Ansani, La Banti e La Catalani, che avevano poca o nessuna conoscenza di musica, e poi Pacchiarotti, Velluti e La Pasta, che non erano stati dotati dalla natura d'un bell'organo vocale."

La personale applicazione vocale e mentale, e non la sterile imitazione di qualche voce celebre presa per modello, è il segreto dell'eccellenza nel canto secondo Crivelli: "e come per riuscire in qualunque scienza bisogna far uso di molta applicazione, così lo stesso è indispensabile a coloro, che si dedicano al canto, e che desiderano ottener celebrità; ed è appunto per la mancanza di applicazione mentale, che appena pochi cantanti s'innalzano al di là della mediocrità nell'arte del canto. La più gran parte sforzandosi follemente d'imitar coloro, che sono già celebri, ed eminenti, finiscono generalmente per adottare in caricatura solo i difetti di quelli che si propongono per modelli."

Davvero saggio pure il suo suggerimento, pur fondando la vera qualità artistica di tutte le voci sull'acquisizione della corretta tecnica vocale, di rimanere nell'ambito delle proprie qualità canore naturali, individuali a ciascun cantante: "I miei principj contengono tutto ciò ch'è essenziale allo sviluppamento generale dell'organo vocale, e quando la voce per mezzo dell'arte, e della pratica, sarà divenuta capace di sostenere i suoni, ed avrà acquistato flessibilità, ed egual qualità in tutta la sua estensione l'artista potrà allora penetrar facilmente nello spirito di qualunque composizione, e poesia. Ma lo stile di musica il più adatto a ciascun cantante dipende interamente dalla qualità della sua voce; perché le differenti qualità naturali hanno differenti poteri, alcune brillano nel canto di portamento, ed altre per le fioriture, e per l'esecuzione brillante. Qualunque dunque siano le sue facoltà vocali, l'artista per ottener successo deve contentarsi d'applicarsi a quello stile di musica, per cui la sua voce è più propria naturalmente".


Egli consiglia inoltre di non esagerare nell'usare la voce prima della "muta vocale": "Riguardo all'esercitar la voce nella gioventù prima dell'epoca del suo cambiamento, ammaestrato dall'esperienza, io consiglio a coloro che a tal epoca danno prova di potere e disposizione vocale a non abusar di questo dono precario della natura, facendone pompa, ma ad applicarsi principalmente nell'apprendere i principj dell'arte, e a non cercar di cantare delle composizioni difficili o ad imitare i cantanti rinomati, perché, l'imitazione essendo sempre perigliosa, eglino con tutti i loro sforzi non riusciranno ad altro che a produrre la caricatura di ciò che voleano imitare, nel tempo stesso eglino dovrebbero limitare il compasso della loro voce a suoni medj della scala altrimenti le loro forze saranno di breve durata, perché se la voce è sforzata nella tenera gioventù invece di svilupparsi gradualmente e vantaggiosamente secondo la sua disposizione organica, non potrà mai più acquistare nè vigore nè potere nell'estendere il suono."

Basilare ancora la raccomandazione di sviluppare la voce a partire dai centri: "l'artista e lo studente devono riflettere che qualunque siasi l'estensione della voce, la sua vera forza d'espressione consiste ne' suoni medj, e di più, che questa qualità media non diviene ampia, e rotonda per mezzo di sforzi, ma in conseguenza della fermezza e facilità con cui i suoni sono prodotti, e sostenuti, dando loro al tempo stesso, e il poter di vibrazione, e la capacità d'espansione, e quando questa qualità media, mediante la pratica, sarà divenuta ampia, e ferma, i muscoli acquistano una tal flessibilità, che la voce potrà facilmente estendersi tanto all'estremità de' suoni acuti, come dei bassi, i quali però anche quando si sono acquistati debbono principalmente usarsi per gli effetti brillanti, e per gli ornamenti."


L'insegnante di canto, dato che non si dovrebbe mai oltrepassare i limiti naturali di una voce per estensione e repertorio, dovrebbe subito ben classificare il registro vocale di un giovane cantante: "...benché colla pratica si possa riuscir a dare ai suoi muscoli un più forte grado d'elasticità, e di estensione, purtuttavia il cercare a sforzar la voce al di là de' suoi limiti naturali produce sempre lo stesso risultato, cioè, asprezza, inegualità, mancanza di giusta intonazione, e qualche volta la sua perdita totale. Il maestro dunque, che ha acquistato l'arte di analizzar così, deve con somma diligenza assicurarsi della qualità naturale di ciascuna voce, prima d'intraprenderne lo sviluppamento, e la cultura, poiché sebbene in alcuni la qualità sia chiaramente rimarchevole, in altri però s'incontrano grandi difficoltà per iscoprirne il vero carattere, e perciò, se quel ch'ho consigliato, non si osserva rigorosamente, la voce invece di svilupparsi espansiva, ed eguale, diverrà debole, stridente, e tremola."

La corretta classificazione è vitale anche perché: "La spessezza, e grandezza dei muscoli, che danno azione all'organo vocale, variano secondo le differenti qualità di Voce, così i muscoli dell'organo son più fortemente costrutti nelle Voci più basse di quelli delle voci più alte, e questo basta a spiegare i vari gradi di flessibilità nelle differenti qualità di voce. (...) Ogni sforzo dunque, che cagiona una contrazione muscolare, comprime lo spazio nella gola, ed ogni contorsione della bocca, e delle mascelle deve conferire necessariamente una tendenza o gutturale o nasale, e distruggerne così la qualità, la quantità, ed il potere di vibrazione."

A partire da un disegno che "rappresenta tutte le parti della bocca e della gola messe in azione nella coltivazione e nello sviluppo della voce umana", Crivelli spiega le varie parti dell'organo vocale e il loro funzionamento: "la Lingua, l'Ugola, il Palato molle, il passaggio che comunica col naso, la Laringe, l'Epiglotta, la Canna de' Polmoni, il Rema, o apertura della Laringe, tra la quale il fiato passando nel montar dai Polmoni produce i suoni vocali, le Vertebre del collo, l'espansione della Gola, la Cavità della Bocca."


Domenico Crivelli, dunque, è tra i primi, assieme a Garcia figlio, a porre l'attenzione, nei primi decenni dell'Ottocento, sull'urgente necessità di conoscere il funzionamento interno dell'organo vocale: "Quest'analisi dell'organo, frutto della mia lunga sperienza, non è stata quasi mai intrapresa, e quasi nessuno ha finora sufficientemente applicato le sue ricerche a tale effetto. I Maestri contentandosi generalmente d'insegnare ai loro allievi a cantar la melodia, lasciando allo studente la cura di formar la sua voce, e questi mancando di principj stabiliti, e non conoscendo la struttura fisica del suo organo vocale, né regole per guidare i suoi studj, la sua voce rimane sempre in uno stato imperfetto ".

Egli pone particolare attenzione, tra le altre cose:

- al corretto uso della laringe che, abbassandosi o alzandosi, si inclina verso l'espansione della Gola o verso la cavità della Bocca (vibrazioni di testa),
- al sapiente innalzamento del palato molle,
- all'azione elastica dei muscoli,
- al giusto impiego delle labbra,
- al "saper far uso del fiato", dal quale dipendono la precisione dell'intonazione ed il necessario effetto del chiaro-scuro nel tono vocale,
- all'assoluta necessità di emettere i suoni eseguendo la "messa di voce",
- all'esecuzione di tutti gli intervalli, dalla 2a alla 8a, con "portamento di voce".


Quanto alla seconda parte, quella degli esercizi pratici, come ancora lui stesso scrive sempre nell'introduzione del suo metodo, l'obbiettivo delle sue scale progressive è sia di far raggiungere alla voce "elasticità, leggerezza e brio" che di "sviluppare e formare la voce per mezzo di esse". E continua affermando: "In fatti avendo cominciato a coltivar la voce degli allievi dalla scala di suoni sostenuti cromatici fino al trillo, sono riuscito a far loro facilmente apprendere ad unire i suoni senza sforzo, a coltivare il loro orecchio, a guidar naturalmente la qualità eguale e rotonda della loro voce, a rinforzarne i suoni deboli, e ad addolcirne gli aspri, e stridenti."

Da notare come egli insista sempre molto, lungo il metodo, in alternanza con indicazioni di "marcato" e "rinforzato", sul far attenzione ad eseguire gran parte degli esercizi vocali in modo "Leggiero" o "Con leggierezza", specialmente in quei numerosi vocalizzi d'agilità con le terzine di crome o le quartine di crome e semicrome, quindi non a 'piena voce' ma piuttosto a 'mezza voce'.


Egli dà altresì particolare importanza allo studio dei semitoni: "...la chiave più importante per riuscire nello sviluppamento dell'organo vocale, è quella dell'esercizio della Scala Cromatica di suoni sostenuti (...) per mezzo della pratica degl'intervalli Cromatici successivi, la voce non solo acquista il poter di produrre e sostenere ciascun suono, ma ottiene bensì quella gradual elevazione, che nel passare da suono a suono ne addolcisce l'asprezza, o ineguaglianza, e ne corregge quel natural disgiungimento, o debolezza, che può esistervi; in tutto il progresso di questa scala la voce dello Studente acquista eguaglianza, fermezza, e quel poter di modulare con facilità, che ei cercherebbe invano d'ottenere per mezzo delle note della scala diatonica sostenute separatamente".



A coronamento di quest'opera didattica, oltre a Sei Solfeggi, troviamo una serie di vocalizzi pratici quali le Ventisei scale e i Dodici Esercizj sugli accenti prolungati.

Potete scaricare il volume di Crivelli "L' Arte del Canto ossia Corso completo d'Insegnamento sulla Coltivazione della Voce" da questo link:

martedì 7 aprile 2015

Il Belcanto Italiano incontra la foniatria a Roma

Entusiasmante tavola rotonda a Roma, dove dal 26 al 29 marzo 2015 la Tecnica Vocale del Belcanto Italiano ha incontrato la foniatria.

Il chiostro di Santa Maria sopra Minerva a Roma

Nella splendida cornice della Sala dei Papi presso il chiostro di Santa Maria sopra Minerva, Astrea Amaduzzi, Soprano e docente di Tecnica Vocale, Mattia Peli, Direttore d'orchestra e Pianista, e la Dottoressa Rosanna De Vita, Foniatra e Audiologa, hanno risposto alle domande poste dagli Allievi iscritti al seminario.

La Dottoressa Rosanna De Vita, Foniatra, (a sinistra), con il M° Astrea Amaduzzi, Soprano ed esperta di Tecnica Vocale
Sono stati toccati argomenti sull'igiene vocale, fisiologia dell'apparato fonatorio, dinamiche dell'emissione nel Canto Lirico e disturbi della fonazione.

L'aspetto foniatrico del meeting d'altronde si è perfettamente integrato con la pratica delle lezioni tecnico - vocali ed espressive che da sempre distinguono le Masterclass di Belcanto Italiano:
esercizi di respirazione, studio della postura, dell'emissione del suono, studio del portamento e del legato, fraseggio, risoluzione dei passaggi di registro e approfondimento sulla tecnica della coloratura.

L'incontro si pone all'interno del progetto "Belcanto Italiano Voice Clinic", dedicato non solo alla cura di voci con particolari problemi, ma anche al miglioramento di tutti i potenziali estetici e tecnico - artistici di tutti gli Allievi Cantanti.



Di grande aiuto quindi, è stata la sinergia tra insegnante di canto e foniatra, che ha messo in risalto l'importanza di visite di prevenzione per chi fa della voce un uso professionale molto impegnativo, nella collaborazione tra le figure professionali artistiche, tecniche e mediche. Infatti analizzando insieme l'emissione vocale, nel caso in cui siano individuati problemi, è possibile correggere insieme le problematiche legate ad un uso scorretto dello strumento vocale, usando la prevenzione prima che si manifestino problemi clinici difficili da risolvere.

Un ringraziamento va ad Amir Hossein Sheikh per il reportage fotografico.

Un cordiale saluto a tutti! Il team di lavoro di Belcanto Italiano

Per informazioni sui nostri corsi scriveteci: segreteria.belcantoitaliano@gmail.com